martedì 22 luglio 2014

Barre des Ecrins

E' da tempo che pensiamo alla Barre des Ecrins per motivi diversi: perché abbiamo già fallito un tentativo due anni fa, perché ci sono due quota 4.000 da concatenare, perché è un posto meraviglioso.
La compagnia è ben assortita; assieme ai Bon da Nienti Federico, Matteo, Stefano, Michele e Carlo, questa volta ci sono due Alpinisti veri: Renato ed Ivano. Il primo ci accompagna per vedere un posto nuovo, il secondo per arrivare al fatidico trentesimo 4.000 che gli consentirebbe di entrare nel prestigioso club.
Partiamo molto presto con un mezzo di eccezione (Grazie alla ONLUS A.L.D.I che ce lo ha prestato e a Patrizio che ha fatto in modo che lo si possa utilizzare).

Il viaggio è comodissimo e a parte alcuni sorpassi al limite di Stefano Vettel, procede spedito e ci consente di arrivare in perfetto orario (circa le 12) a Ailefroide, ultimo paese prima di pre de madame carle dove inizierà la nostra avventura. Qui comperiamo una Baguette che mangeremo poi al parcheggio accompagnata da un'ottima bottiglia di traminer (tanto per iniziare).
Facciamo gli zaini, scegliamo il materiale e si parte!!!
Obiettivo "Le refuge des Ecrins" a quota 3.100 circa; una bella passeggiata di circa 1.100 mt di dislivello con gli zaini pieni.
Il sentiero è molto bello e ci fa "dimenticare" il caldo e la fatica.
Facciamo sosta, per fortuna, ad un rifugio intermedio (Refuge du glacier blanc); il tempo per riposarsi un pò e bere qualche cosa.
Siamo ancora in forze (poche) e pronti per l'ultimo strappo (anche se a guardare la mise del nonno non si direbbe).
Ora inizia il tratto che ci porterà al ghiacciaio tra una natura selvaggia e bellissima: fiori, marmotte, morene etc...
Finalmente siamo la ghiacciaio; non ci leghiamo anche se dovremmo perché i "buchi" che si vedono sono piuttosto inquietanti.
Intanto si scorge pian piano l'obiettivo e ci avviciniamo al rifugio. Stefano è il più in forma, scappa, corre, come se non sentisse la fatica. Matteo si risparmia per il giorno dopo, gli altri arrancano :-).

Finalmente arriviamo al rifugio.

Ci ricordiamo ancora la "gentilezza" del gestore e l'ottimo trattamento. E, purtroppo, è ancora così. la cosa più bella è aver pagato 5 Euro un termos di acqua calda per il the.
Ceniamo (non male la marmotta) e tutti a nanna per la sveglia alle 2:45 del giorno dopo. Siamo emozionati ma stanchissimi.
Sveglia!!!! Scelta del materiale e si parte. Riusciamo a fare colazione alle 3 e partire alle 5 da ultimi (un record!!).
Inizia l'avventura; dapprima su ghiacciaio fino alla base della parete, poi su su su, fino alla Breche Lory da dove si sale alla Barre o al Dom des Neige.
La parete è ripida e faticosa, ma in un ambiente grandioso.
Tra crepacci enormi, seracchi che si staccano (che paura!!) ci avviciniamo alla vetta.
Ultimi traversi....
Superiamo la crepacciata terminale...
Ps.... che zaino quello arancione !!!!!
E siamo in vetta al Dome alle 8:30...

Purtroppo non abbiamo una foto comune perché Federico ed Ivano si sono attardati a studiare il percorso. Sullo sfondo si fanno minacciose un pò di nuvole (danno peggioramento dalle 11). Sarà questo, sarà la vista della cresta, sarà la stanchezza, decidiamo che va bene così e rinunciamo alla Barre. Nessun rimpianto.
Inizia la lunga discesa che ci porterà al furgone a gruppetti: alcuni alle 15 e 30 altri alle 19. Ma l'avventura non è finita!!
Dobbiamo festeggiare: se non può festeggiare Ivano arrivato a 29 4.000, può festeggiare Michele che compie gli anni e ci offre due bottiglie di ottimo vino francese.
Dormiamo al rifugio e il giorno dopo si riparte per casa, non prima di avere fatto tappa in una trattoria che consigliamo a tutti ad ASTI.
Grazie a tutti per la bellissima gita, e grazie a Renato per averci accompagnati ed averci raccontato aneddoti di alpinismo vero.

giovedì 3 aprile 2014

Gran paradiso bon da nienti 29 e 30 marzo 2014

Partenza il 29 mattina all'alba con il solito pulmino della Misericordia, direzione Pont. E' una gita diversa dalla solita quota 4.000. Diversa perché mancano gli esperti (Ivano e Maurizio su tutti), ma diversa anche per la stagione e per l'obiettivo: raggiungere la vetta con gli sci. Mancando gli esperti, la maggior parte dei componenti della spedizione possono essere definiti "Bon da Nienti"!!
Verso le 11 siamo a Valsavarenche, dove ci fermiamo nell'accogliente bar Lo Forquen dove la gentilissima signora ci confezione un eccellente panino che, accompagnato da birra e liquorino, inizia a dare un senso diverso alla giornata.



A breve raggiungiamo Pont e ... siamo pronti per l'avventura!

Iniziamo a salire verso il rifugio Vittorio Emanuele, dapprima su un ripido sentiero nel bosco,
poi su pendii più dolci
In due ore e trenta siamo al rifugio.
Non seguiamo proprio una dieta da "alpini". Siamo arrivati presto e dobbiamo passare il tempo in qualche modo. Un pò di birra e un buon affettato ci aiutano a passare il tempo.

La sera, prima di coricarci, abbiamo una simpatica visita.

La mattina la sveglia è fissata per le 5 e 30; ma cambia l'orario e ci svegliamo mezz'ora dopo. Comunque si parte, adrenalina a mille. Le relazioni danno circa quattro ore. Ci vorranno tutte e qualche cosa di più.
Dapprima si traversa dietro il rifugio, poi si sale, prima per dolci pendi, poi sempre più ripidi.
La neve è farinosa nella traccia, a tratti dura e nei punti più ripidi senza coltelli si fa fatica.


Lasciamo gli sci, chi li ha, verso quota 3.700 nei pressi della "schiena d'asino" e ci accingiamo a raggiungere la terminale, superata la quale si arriva alla cresta.
Questo tratto è ghiacciato e pieno di buchi, saliamo slegati ma bisogna fare attenzione.

Vero le 11 e 30 siamo alla cresta.

Superati alcuni passi in bello stile (questo è il ritorno), dopo una sana coda, raggiungiamo la vetta.


Dopo avere passato il tratto esposto....
Alcuni scendono in doppia per evitare la coda, altri per la via di salita;

Iniziamo la discesa, legati per i crepacci fino a raggiungere il punto dove abbiamo lasciato gli sci.
Già pregustiamo la gioia di fare 2.000 metri di dislivello in bello stile, ma appena indossati gli sci, ci accorgiamo che le gambe sono "andate". Così ci accontentiamo di raggiungere con delle belle diagonali il rifugio. Intanto Federico, Stefano e Matteo scendono a piedi.
Al rifugio ci rifocilliamo (solita birra indicata nelle diete e affettato) e alla partenza stiamo meglio. La discesa è divertente. Quasi in fondo, Marco, il campione sciistico del gruppo, si fa ingolosire da un gruppo di persone che imbocca un canale che porta al parcheggio. Li seguiamo: con il senno del poi è stata una gran bella discesa, adrenalinica, ma quando eravamo li...... un pò meno.
Arriviamo alla macchina alle 17 circa, mentre gli eroici Federico, Stefano e Matteo ci raggiungono alle 19.
Lauta cena e si ritorna a casa.

Grazie a tutti per la bellissima gita!!!

domenica 2 febbraio 2014

Festa Invernale della sottosezione al Matale
Come ogni anno domenica 16 febbraio si terrà la festa della sezione al rifugio Oriente.
Per informazioni:
Maurizio Simonini
Federico Santini
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Gita Alpini di Predore

Sabato 8 febbraio gita in appennino con gli amici di Predore